Le competenze al servizio della società

Giovanni Canu

Il sistema nervoso del capitalismo è costituito dalla rete di aziende che lo compongono, la loro funzione sociale ed economica è ben nota a tutti, meno nota è l’esigenza di preservare queste aziende nel tempo attraverso una gestione attenta ed oculata.

Le aziende rispondono alle esigenze della comunità offrendo beni o servizi in grado di soddisfare un bisogno in modo più efficace ed efficiente di quanto possa fare il singolo, e, creando posti di lavoro, offrono la possibilità alle persone di migliorare la loro condizione di vita.

 Il compito di un leader non è quello di creare follower (seguaci), ma quello di creare altri leader che possano proseguire il lavoro che lui ha iniziato. Così, il compito di un imprenditore è quello di formare le persone che potranno sostituirlo e lasciar loro il comando quando il momento lo richiederà. Questo avvicendamento deve avvenire in maniera pragmatica, soprattutto nelle aziende familiari, individuando le caratteristiche e le aspirazioni dei membri della famiglia con lo scopo di identificare il successore che possa mantenere e sviluppare l’attività.

In un periodo di rapidi cambiamenti come quello attuale la capacità adattiva delle aziende è diventata fondamentale per far fronte alle sfide del futuro, e questo si può ottenere soltanto attraverso lo sviluppo delle soft skill dei collaboratori (quali ad esempio: le capacità relazionali, l’intelligenza emotiva, la capacità di affrontare situazioni complesse, la capacità di apprendere, il pensiero critico, le capacità di negoziazione) che devono essere in grado di analizzare lo scenario competitivo e  formulare soluzioni, non più basate sull’esperienza del passato, ma sulla previsione del futuro.

Infatti l’avvento dell’era digitale ha reso molto più dirompenti e veloci i cambiamenti che si verificano in determinati settori, provocando il superamento del concetto di vantaggio competitivo sostenibile nel lungo periodo tanto caro a Michael Porter. Oggi il vantaggio competitivo deve essere costruito giorno per giorno con la capacità di adattare rapidamente l’azienda ai cambiamenti e se possibile di anticiparli, con una coerenza nei confronti della mission aziendale (rappresentata dall’insieme dei valori a cui l’attività imprenditoriale si ispira) che costituisce la guida per tutte le azioni intraprese e per tutti gli obiettivi perseguiti.

Per consentire al capitalismo di progredire è necessario che ritornino in auge due principi sui quali si basa, la meritocrazia e la solidarietà. Si tratta di due principi strettamente legati come mirabilmente sostenuto nel 1889 da Andrew Carnegie (all’epoca uno degli uomini più ricchi del mondo, che ha ispirato il personaggio di Paperon de Paperoni a Walt Disney) nel saggio dal titolo “Il Vangelo della ricchezza”.

In questo saggio egli sostiene che esistono tre modi attraverso i quali si può disporre della ricchezza in eccesso:

  1. Può essere lasciata ai familiari
  2. Può essere distribuita in beneficienza
  3. Può essere amministrata dai possessori durante la propria vita

I primi due modi sono considerati da Carnegie controproducenti, in quanto la capacità di amministrare la ricchezza delle prime due categorie di persone è sicuramente inferiore a quella di colui che l’ha creata, e, pertanto, il compito delle persone ricche è quello di investire la propria ricchezza per il benessere dell’umanità quando essi sono ancora in vita.

Carnegie in prima persona, dopo aver venduto le proprie aziende a Rockefeller (ecco l’altro personaggio di Walt Disney: Rockerduck), nel 1901 per l’astronomica cifra di 480 milioni di dollari, dedicò i rimanenti 18 anni della sua vita ad opere filantropiche donando ben 350 milioni di dollari e finanziando la costruzione di ben 2.509 biblioteche.

Carnegie sosteneva che la carità senza ragione fosse una follia, riteneva che la beneficenza dovesse essere all’analisi e alla definizione di obiettivi ben precisi, che avessero lo scopo di contribuire allo sviluppo della società per migliorare il benessere di tutti. Nonostante la sua generosità, Carnegie che è ritenuto uno dei padri della Corporate Social Responsibiity, passò alla storia per essere avaro e tirchio (caratteristica riportata nel personaggio disneyano) perché si rifiutava di fare la carità per strada, sostenendo che sarebbe stato denaro sprecato.  

Egli vedeva nei giovani, nella cultura e nella salute i campi nei quali intervenire per consentire alle persone più dotate di eccellere e contribuire a migliorare la società nella quale vive. Pertanto è necessario che coloro che sono stati capaci di creare ricchezza, si dedichino ad attività filantropiche in grado di ispirare nuovi leader e far emergere le persone più capaci.

Lo spirito di servizio deve essere il motore di tutte quelle associazioni che vogliono contribuire al miglioramento della società nella quale viviamo. Questo obiettivo deve essere raggiunto attraverso l’impegno personale dei propri soci che, non devono limitarsi alla erogazione di risorse finanziarie, ma devono controllare che queste risorse vengano utilizzate in maniera efficace ed efficiente.

Una delle Associazioni che ha raccolto questa sfida, sono i Lions, che quest’anno compiono 100 anni e devono la propria longevità alla loro capacità di adattarsi ai tempi, ma anche al coraggio di abbracciare i principi sopra enunciati.

La società deve avere come primo obiettivo quello della crescita sostenibile e deve fare in modo che tutte le risorse vengano utilizzate al meglio, siano esse risorse materiali o risorse umane. Lo sviluppo delle risorse umane dovrebbe essere la principale preoccupazione della nostra società, risorse che siano in grado di sfruttare le proprie capacità al meglio e siano educate al rispetto dei valori etici della nostra società.

Non so quale sarà il tuo destino, ma una cosa so: gli unici di voi veramente felici saranno quelli che avranno cercato e trovato il modo di servire gli altri. Albert Schweitzer